L’artigianato artistico trissinese vanta una secolare tradizione produttiva specializzata nella lavorazione di due materiali, l’oro e il ferro.
LAVORAZIONE DELL’ORO
Il polo orafo nazionale viene da sempre identificato in Veneto. In particolare nella provincia di Vicenza, dove il capoluogo, Bassano del Grappa e Trissino, formano una “gold area” che ha saputo promuovere l’artigianalità individuale, fino a livelli di eccellenza nella creazione e nella realizzazione di vere e proprie opere di artigianato orafo. Già sei secoli fa, l’odierna principale attività economica di Trissino era documentata: dal 1390 al 1496 era presente una “domus de aurificibus”, vale a dire una casa – bottega di artigiani lavoratori dell’oro.
Il Distretto Orafo
Il distretto orafo-argentiero vicentino (che conta l’adesione di 290 aziende produttrici, spesso a carattere artigianale, con un elevato grado di specializzazione e di istituzioni quali la Camera di Commercio, la Provincia, la Fiera, le scuole del settore), è l’espressione della capacità del sistema di imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica che si esprime attraverso in un patto per lo sviluppo del comparto.
Fino a pochi anni fa, i prodotti di oreficeria tipici del vicentino erano le catene, le medaglie e i cinturini. Oggi la gamma produttiva risulta molto ampia e diversificata: sono infatti state abbandonate le produzioni più pesanti e sono stati realizzati articoli più leggeri, meglio rifiniti e a più elevato valore aggiunto. Si tratta di oggetti di oreficeria, oreficeria fine e di mini-gioielleria.Nel 2002 il settore orafo vicentino contava 1.178 unità aziendali, 12.680 addetti per un fatturato di 4.310 milioni di Euro, con un export di 1.826 milioni di Euro.
I punti di forza del distretto orafo vicentino sono rappresentati:
- dall’elevato livello di design, qualità e capacità di innovazione;
- dall’esistenza di una filiera completa che comprende, oltre alle aziende a monte e a valle, una fiera del settore di fama internazionale (Vicenza Oro) e centri di formazione specializzati per il comparto della lavorazione dei metalli preziosi;
- dalla capacità di rapido adattamento alle richieste del mercato;
- dall’elevato livello di internazionalizzazione delle imprese e dalla tradizione di produzione orafa radicata nel territorio, con la conseguente disponibilità di manodopera specializzata.
Il punto di debolezza del mercato orafo è la scarsa affermazione dell’immagine del ”luogo d’origine” presso il consumatore finale e proprio per far fronte a questo problema si punta a promuovere un marchio di qualità, che per il prodotto orafo trissinese è rappresentato dal marchio del Consorzio “TrissinoOro”, che può sfruttare il notevole appeal del made in Italy a livello internazionale. Accanto alla promozione del marchio, il distretto si pone gli obiettivi di incrementare l’attività di ricerca e innovazione tecnologica, l’attività di natura storico-culturale e di promozione turistica e l’attività di formazione ed aggiornamento professionale.
ll consorzio Trissino Oro
LAVORAZIONE DEL FERRO BATTUTO
A Trissino la lavorazione dei metalli è una tradizione. Oltre all’oro e all’argento, i maestri artigiani trissinesi si sono dedicati anche alla lavorazione del rame, del ferro e del bronzo. Le prime botteghe sorsero già nel XIX secolo e tuttora si producono, con passione e maestria, pezzi unici e capolavori che vanno ad ornare case, ville e chiese, non solo nel vicentino, ma in tutto il mondo.
I maestri trissinesi del ferro battuto
Il territorio di Trissino è ricco di artisti che si interessano della lavorazione dei metalli, dell’oro e dell’argento in primo luogo, ma anche di metalli meno nobili, come rame, bronzo e ferro.Molte delle opere realizzate dai maestri trissinesi hanno riscosso successi e riconoscimenti in tutto il mondo e molti capolavori fanno bella mostra di sé all’estero.
Trissino: un museo all’aperto
Chi si trova a passeggiare per le vie di Trissino non può non accorgersi, oltre alle cancellate di ingresso alle ville e ai giardini, delle moltissime opere d’arte in ferro, tanto che un’attenta osservazione rivela l’esistenza di un vero e proprio museo all’aperto. Bellissime opere, antiche e moderne, di stile classico e contemporaneo sono disseminate nel paesaggio cittadino e si fondono armoniosamente con esso.
Chiese, cimitero, case e ville, ovunque si trovano opere soprattutto in ferro battuto, realizzate con cura e maestria, di gusto raffinato, frutto della genialità, delle abilità nell’arte del cesello, dell’attenzione ai particolari, insomma del culto del bello.
L’attività di lavorazione artistica del ferro a Trissino è particolarmente legata alle figure dell’artista Antonio Lora e della famiglia Perlotto (da diverse generazioni scultori e artigiani artistici) ed ha origini già nel XIX secolo.Gran parte delle opere sono infatti nate nella bottega che aveva la sede vicino alla chiesetta del Motto, sorta alla fine del 1800. La guida commerciale nel 1903, infatti, già segnalava la produzione di articoli in ferro battuto della Bottega di Antonio Lora, e nel 1908 aggiungeva che il laboratorio era stato premiato in diverse esposizioni.
Il Maestro Antonio Lora
Antonio Lora (1835-1922) fu grande maestro ed artista, capace di farsi apprezzare anche in ambito internazionale.Gran parte della sua produzione fu dedicata al bronzetto. La sua bottega in Trissino sorse inizialmente come fonderia a cera persa, da cui nascevano stupendi calamai, candelieri da tavolo, picchiotti per portoni di villa, tutti formati da un connubio meraviglioso tra figure mitologiche e ornamento floreale.
Accanto a questa produzione si colloca la lavorazione del ferro battuto, in cui Lora adattò manufatti, sempre lavorati a mano, a disegni altamente artistici ispirati alla natura.
Il disegno si basa su un gioco di ricci e volute, ricavati da sottili profilati di ferro, abbinati a mazzi di fiori e foglie, eseguiti a sbalzo e cesello. Queste tecniche permettevano all’artista di inserire in tanti lavori elementi fiabeschi e figure mitologiche. L’abbinamento tra la voluta classica e l’elemento floreale caratterizza tutta la lavorazione di Lora, sia nelle opere per le chiese sia nelle realizzazioni per le ville.In particolare oltre a cancellate, monumenti funebri, portafiori e fioriere, Lora si dedicò anche ad oggetti per uso interno, come console, specchiere dalle grandi cornici, sedie tutte in ferro lavorate a sbalzo e cesello e cornici per quadri.
Senza dubbio l’opera più famosa di Antonio Lora per i Trissinesi è l’Angelo del Campanile di Trissino.
Un’opera spettacolare, alta quasi sei metri e imperniata in un’asta metallica che lo fa girare secondo la direzione del vento. Rappresenta l’Arcangelo San Michele in lotta con il dragone. Sulla struttura interna di lamina di ferro sono inchiodate tutte le sovrastrutture in rame sbalzato e cesellato che compongono tutta la figura (l’armatura, i capelli, le ali, il drago). Gli innumerevoli pezzi di rame possono essere definiti ognuno un’opera d’arte, poiché l’opera di sbalzo e cesello è realizzata con grande maestria e stile.
ANGELO, TITO E GILBERTO PERLOTTO
Altri illustri artisti trissinesi del ferro battuto sono Angelo Perlotto (1884-1962), genero del Lora, i figli Tito e Germano ed il nipote Gilberto, che con le loro opere hanno trasformato la cittadina trissinese in un museo aperto, essendo le opere disseminate lungo le strade, nelle ville e all’interno delle chiese.
Angelo Perlotto nacque a Trissino nel 1884 ed entrò giovanissimo, a soli 12 anni, nella bottega del Lora. Molto assiduo e volonteroso, dimostrò subito la sua spiccata attitudine al cesello e per questo gli vennero affidati i lavori più delicati, di rifinitura dei bronzi. Nella sua bottega, che aprì a Trissino dopo la morte del Lora, si dedicò anche a lavori in rame sbalzato e in ferro battuto, spaziando dallo stile neoclassico e rinascimentale, caratteristico del suo grande maestro, allo stile liberty e decò, diffusosi in Italia nella prima metà del 1900.
Tito Perlotto, figlio di Angelo, è nato a Trissino nel 1923 e fin da ragazzo ha appreso i segreti del mestiere paterno. Si cimentò fin da subito in impegnativi lavori a sbalzo e cesello su rame, raggiungendo un elevato grado di affinamento della tecnica. Si dedicò ad opere non solo di ornato tradizionale, ma anche di figura.
Ferro battuto, sbalzo e cesello sia su rame sia su argento costituiscono le tecniche più amate da Tito, che nel suo laboratorio si dedica soprattutto alla produzione di manufatti destinati all’arredo sacro.La sua produzione artistica è fortemente legata alla sensibilità umana e ciò è particolarmente evidente in una sua affermazione: “se uno fa le cose con le sole mani è un manovale; se oltre alle mani ci mette il cervello, è un artigiano; se oltre al cervello e alle mani mette il cuore, è un artista.”
Questo suo atteggiamento nei confronti dell’arte ha fatto in modo che lo scultore trissinese emergesse, soprattutto per quanto riguarda le opere di carattere religioso. Accanto all’attività nel suo laboratorio, Tito Perlotto è impegnato in un assiduo lavoro di informazione e divulgazione, per far conoscere e tramandare un artigianato di elevato livello qualitativo, in modo da mantenere vive le antiche e preziose tecniche, altrimenti destinate a scomparire.
Angelo Gilberto Perlotto Altro noto esponente della famiglia artistica Perlotto è Angelo Gilberto, il quale ha appreso dal padre Germano le tecniche di lavorazione e l’amore per i metalli. Nato nel 1959, apprese con passione tutti i segreti del mestiere nella bottega del nonno Angelo, acquistando una tecnica raffinata, e si perfezionò poi in laboratori specializzati e fonderie del Veneto e della Brianza. Alle committenze di bottega ha sempre aggiunto l’opera di restauratore di celebri pezzi del passato, tra cui non si può dimenticare il recente recupero dell’Angelo del Campanile di Trissino. I suoi interventi sono molto lodati e stimati e anche le mostre, allestite in ambito nazionale ed internazionale, riscuotono un notevole successo di pubblico, soprattutto quando l’artista espone le creazioni in ferro battuto raffiguranti gli oggetti di vita quotidiana.
Gilberto Perlotto, infatti, ha sempre svolto nella bottega di Trissino il libero e creativo lavoro d’artista, dedicandosi alla produzione di piccoli e grandi oggetti in ferro. Particolare e molto apprezzato il progetto artistico “Memoria Contadina”: una collezione di oggetti del mondo contadino, spesso logorati dall’uso, dal realismo e dal verismo eccezionali.
Pagina aggiornata il 07/12/2023