MUSEO "GIUSEPPE ZANNATO"
Il Museo, attorno a cui ruota da tempo una vivace attività scientifica e divulgativa, è stato fondato con intento didattico nel 1922 da Giuseppe Zannato, che ne fu il primo Conservatore. E’ situato all’interno di Villa Lorenzoni, una splendida villa ottocentesca e riunisce significative collezioni archeologiche, paleontologiche, mineralogiche e ornitologiche.
L'attuale percorso espositivo del Museo si articola in quattro settori:
COLLEZIONI ARCHEOLOGICHE
Il settore archeologico si compone di due sale dedicate ai ritrovamenti di età protostorica tra Agno e Chiampo (XIII - XI sec. a.C. / VII - I sec. a.C.), una sala relativa alla necropoli tardo-romana di Carpane, (III - IV sec. d. C.) ed una sala di reperti di epoca longobarda.
Nelle prime due sale sono esposti ireperti provenienti dall'insediamento di Montecchio Maggiore, località Colombara (soprattutto materiale ceramico risalente all'età del bronzo e all'età del ferro); gli oggetti rinvenuti nella struttura abitativa e nelle sepolture in Località Castelli, sempre a Montecchio Maggiore, databili tra il VI e il V sec. a.C. (oggetti di ornamento personale, tra cui un bell'esemplare di pettine di osso, vasellame, rinvenuto anche all'interno di cassoni lignei quale corredo alle sepolture, e utensili, tra cui un'immanicatura di un corno di cervo, oltre a ciottoli usati forse per riscaldamento). Sono esposti anche i reperti ritrovati a Trissino, durante lo scavo archeologico sul Colle dell'Angelo, all'interno dell'area cimiteriale ,dal quale è emerso un insediamento risalente all'età del Ferro (V - I sec. a.C.).
Il villaggio era formato da numerose abitazioni e case-laboratorio a pianta quadrangolare, semincassate nella roccia di tufo, alcune con un piano superiore in legno, e da altri piccoli ambienti, destinati a magazzino, dispensa, deposito attrezzi e ricovero per animali.
Sono stati ritrovati manufatti in ceramica lavorata al tornio e oggetti in bronzo e ferro, databili tra la seconda metà del V e la prima metà del IV sec. a.C. Nella sala dedicata alla necropoli di Carpane (Montecchio Maggiore) è esposto il materiale rinvenuto nelle oltre quaranta tombe a inumazione, databili grosso modo tra il 350 ed il 400 d.C., soprattutto manufatti di corredo, tra cui oggetti di abbigliamento e di ornamento personale (fibbie di cintura, braccialetti e anelli in bronzo, collane in pasta vitrea) e di uso comune come bicchieri, brocche e ciotole in terra cotta o bottiglie in vetro; si sono rinvenute anche lucerne e monete. Ulteriori indagini nell'area potranno appurare se la scoperta sia in relazione o meno con il tracciato della Via Postumia che collegava Genova con Aquileia.
Il materiale raccolto è di notevole importanza perché fornisce informazioni assai utili di un periodo storico caratterizzato dalla scarsità di reperti rinvenuti.
La Sala archeologica accoglie anche alcuni significativi reperti frutto di raccolta di superficie che attestano una frequentazione abbastanza diffusa del territorio in epoca romana. Interessanti sono una lucerna in bronzo configurata e unastatuina sempre in bronzo di Minerva proveniente dalla localitàCampestrini, che testimoniano la circolazione nella vallata tra il I eII sec. d.C. di manufatti di un certo pregio di produzione non locale. I reperti archeologici del IV sec. d.C. sono dati da un consistente ripostiglio di monete bronzeeprovenienti dalla località S. Giacomo.
Le testimonianze di epoca longobarda provengono soprattutto dalle sepolture, rinvenute a Montecchio Maggiore, Arzignano e Castelgomberto, inquadrabili cronologicamente nell'arco del VII sec. d.C. Sono esposticorredi funebri, comprendenti oggettitipici dell'armatura del guerriero longobardo, come la spatha (lunga spada in ferro adoppio taglio) e lo scramasax (sorta di sciabola), elementi in ferro e in bronzo di guarnizione della cintura di sospensione delle armi, armille (braccialetti) in bronzo e alcuni attrezzi artigianali.
LA SEZIONE DEI FOSSILI
Nella sala dei crostacei fossili del Veneto, sono esposti oltre 100 granchi fossili provenienti dalla rocce terziarie del Veneto ed in particolare del Vicentino.
Si tratta di esemplari spesso perfettamente conservati, preparati con meticolosa cura e valorizzati a livello scientifico a mezzo di didascalie esplicative e pannelli illustrativi. Consentono di ricostruire l'ambiente di vita di questo gruppo di organismi a partire da 50 milioni di anni fa.
Fra i crostacei esposti meritano particolare attenzione l'elegante "Lophoranina marestiana" che probabilmente viveva in ambienti fangosi che le assicuravano cibo e difesa dai predatori e il "Periacanthus horridus", il cui carapace contornato da digitazioni spinose consentiva una perfetta mimetizzazione con la vegetazione sottomarina. Di particolare bellezza è anche il "Titanocarcinus aculeatus", ornato di centinaia di aculei.
LA SEZIONE DELLE GEMME
La sala gemmologica rappresenta un significativo esempio di esposizione tematica: vi sono raccolte oltre 300 gemme e pietre dure provenienti dal territorio vicentino.
Si conservano bellissimi campioni sfaccettati di Zircone, provenienti da Fosse di Novale (Valdagno), di Olivina, dalla tonalità verde lucente, presente nei basalti del Vicentino e di Johannsenite, inosilicato piuttosto raro dalle tonalità verdi-brune, provenienti dal Monte Civillina (Recoaro).
Altre rarità sono: il Quarzo rosso di Campogrosso che richiama il noto "Giacinto di Compostella"; la Brucite dalla bellissima tinta verde-azzurra; i Calcedoni enidri, che c onservano al loro interno una goccia mobile di acqua fossile. Le forme dei campioni esposti sono molteplici: rotonde, a goccia, ovale, ottagonale, quadrate, a cuore e a forme non strettamente geometriche chiamate "forme fantasia".
LA SEZIONE DELLE ARMI
Questa nuova sezione, inaugurata il 29 maggio 2004, è dedicata ai reperti storici riguardanti le due Guerre Mondiali. Nelle tre sale dell'ultimo piano di Villa Lorenzoni sono custoditi tesori preziosi, come tre lucidi fucili risalenti alla Terza guerra d’Indipendenza e tre splendide divise, due delle quali del grado di ufficiale.
Nell’esposizione ci sono una quindicina di manichini vestiti con le divise dei vari periodi storici (le guerre d’indipendenza, le guerre mondiali e la Milizia fascista), e le divise degli stranieri occupanti (austriaci, tedeschi, inglesi e americani). Sono esposte anche bombe, elmetti e armi, tra cui spicca una mitragliatrice nel 1967 rinvenuta sull’Adamello. A concludere l’esposizione una raccolta di monete d’epoca e una divisa da volontaria donata dalla Croce Rossa, oltre a 28 attestati di medaglie al valore militare consegnate ad altrettanti montecchiani durante i due conflitti mondiali.